Acido oleico e prevenzione delle cardiopatie coronariche; polifenoli ed effetti antiossidanti
Lo scorso novembre, l’FDA (ossia la Food and Drug Administration, l'ente governativo statunitense cui fa capo la regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) ha espresso, in una nota ufficiale, le proprietà salutistiche dell’olio extravergine di oliva: se consumato nella quantità di un cucchiaio e mezzo al giorno, senza che ciò comporti l’aumento delle calorie assunte complessivamente, l’olio extravergine di oliva può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Tale proprietà gli sarebbe garantita dall’alto contenuto di acido oleico e vitamina E e, in effetti, un numero crescente di studi sembra indicare i suoi effetti benefici sulla salute. Secondo quanto espresso dall’FDA, “l’acido oleico è un grasso monoinsaturo che, sostituito a grassi e oli a più alto contenuto di grassi saturi, può ridurre il rischio di cardiopatie coronariche”.
Dal canto suo, anche l’EFSA, la principale autorità europea in materia di sicurezza alimentare, ha espresso parere positivo all’impiego di indicazioni salutistiche sulle etichette dell’olio extravergine di oliva. Indice della serietà di tali valutazioni è il fatto che l’EFSA ha bocciato l’80% dei vanti salutistici che le sono stati sottoposti. Nella fattispecie, si può specificare in etichetta che “l’olio extravergine di oliva è un alimento ricco di vitamina E, che protegge le cellule del corpo dal danno ossidativo”; che “la sostituzione di grassi saturi con i grassi monoinsaturi e polinsaturi contenuti nell’olio extravergine di oliva può aiutare a mantenere i normali livelli di colesterolo LDL nel sangue”; che “i polifenoli dell’olio di oliva possono evitare lo stress ossidativo”, “hanno effetti antiossidanti”, “migliorano il metabolismo dei grassi, “proteggono la frazione LDL dal danno ossidativo”. Questa indicazione deve essere seguita dall’affermazione che “l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione giornaliera di 20 g di olio di oliva”. Secondo la letteratura scientifica, infatti, l’azione benefica di idrossitirosolo e altri derivati presenti nell’olio extravergine di oliva si sviluppa solo quando la loro quantità supera un certo livello. L’Efsa suggerisce, insomma, che solo assumendo 20 g di extravergine (contenente almeno 250 mg/litro di polifenoli) al giorno si ottiene la quota di 5 mg di idrossitirosolo benefica per l’organismo.
Sulla scorta di questa considerazione, è importante sottolineare che non tutti gli oli extravergine possono inserire in etichetta le indicazioni salutistiche relative ai polifenoli previste dall’EFSA, perché la quantità di polifenoli per litro di olio non è costante, e in molti casi - considerato anche il fatto che tende a diminuire con il passare del tempo - potrebbe non essere sufficiente a soddisfare i requisiti indicati dall’autorità europea per la sicurezza alimentare.
Nell’ambito degli studi sulle qualità nutrizionali e salutistiche dell’olio extravergine di oliva è anche emerso che gli oli 100% italiani presentano maggiori concentrazioni di composti fenolici totali e ottengono migliori risultati durante le prove di assaggio rispetto a quelli etichettati come blend di oli comunitari (quindi, probabilmente, miscele di oli spagnoli, greci e italiani).
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