Qualche tempo fa, abbiamo prelevato dei campioni di terreno per sottoporli a un’analisi chimico-fisica che ci desse le indicazioni necessarie a formulare un piano di concimazione per l’oliveto, visto che si avvicina il momento di attuare questa pratica che ha lo scopo di garantire stabilità al sistema terreno/pianta, di mantenere la fertilità del suolo e di permettere alle radici di assorbire tutti i nutrienti necessari ad armonizzare lo sviluppo della pianta e a ottenere un prodotto di qualità.
I concimi, infatti, sono sostanze volte a migliorare la funzione di nutrizione del suolo, mediante l’apporto degli elementi minerali indispensabili a uno sviluppo equilibrato e a una buona produttività delle piante.
Dal momento che ogni terreno ha caratteristiche proprie e una propria dotazione di elementi minerali e sostanza organica, un corretto approccio alla concimazione dell’oliveto prevede in primo luogo l’analisi del terreno, in quanto i dati di un’analisi chimico-fisica del suolo - che non va necessariamente ripetuta ogni anno - sono in grado di fornire indicazioni interessanti su eventuali carenze di nutrienti, nonché sulla loro disponibilità per le piante.
Si dovrà, inoltre, procedere alla valutazione della quantità di elementi chimici asportati attraverso le più comuni pratiche agronomiche, in particolare la raccolta delle olive e la potatura, durante il ciclo produttivo.
Il piano di concimazione, insomma, deve tenere conto sia dello stato nutrizionale del terreno, sia del calcolo delle asportazioni.
Una volta in possesso di questi dati, si potrà calcolare la quantità di azoto, fosforo, potassio e calcio - i cosiddetti macro-elementi - da integrare. Sono questi gli elementi utilizzati in maggior quantità dalle piante, mentre i micro-elementi (boro, ferro, manganese, magnesio e così via), importantissimi anch'essi, vengono impiegati in misura più esigua, e vanno egualmente integrati, nel caso si riscontrassero delle carenze.
Oltre alla concimazione, ove possibile, è buona norma trinciare i residui di potatura - cioè, sminuzzarli con un’apposito attrezzo e lasciarli sul suolo - o praticare il sovescio - cioè interrare, sempre mediante un attrezzo agricolo, apposite colture - in modo da restituire alcuni elementi nutrivi al terreno, contribuendo ad aumentarne la fertilità e a mantenere in equilibrio l’oliveto.
Così, ci accingiamo a fertilizzare i nostri ulivi, in modo da garantire loro equilibrio, resistenza e buona salute, mettendoli in condizione di produrre olive numerose e sane da cui ottenere un olio extravergine di grande qualità.
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